Alle mancanze governative e alla famigerata “strategia
dell’abbandono” che stanno mettendo a dura prova la resistenza fisica e
psicologica dei terremotati si stanno aggiungendo in questi mesi ulteriori
problemi dovuti alle SAE (che, occorre ricordarlo, sono costate migliaia di
€/mq), le oramai famose casette che ospitano le persone colpite dal sisma del
2016.
Muffa
e funghi spuntano dai tetti e dai pavimenti costringendo persone già
provate dalla precarietà dovuta al post sisma a vivere in condizioni insalubri,
a sottostare a continui controlli e riparazioni (riparazioni spesso da rifare
più volte nel giro di poche settimane) ed a continui traslochi. E tutto questo
senza che nessuno se ne sia assunto fino ad ora la piena responsabilità.
Nel
sito del CNS (Consorzio Nazionale Servizi), che nel 2015 è risultato il
primo aggiudicatario della gara d’appalto indetta da Consip S.p.A. per conto
del Dipartimento della Protezione Civile e che ha costruito gran parte delle
casette con problemi, si legge a proposito dei prototipi delle SAE: “Le SAE
sono adatte a qualsiasi condizione climatica e studiate per essere fruibili
anche da persone disabili. Sono progettate nel rispetto della normativa
antisismica e delle leggi in materia di sicurezza, igiene e ambiente. Il loro
primo ciclo di vita è di sei anni ma sono destinate a durare in eterno […]”.
Queste parole sono grottesche e inaccettabili se confrontate con le condizioni
delle strutture a solo pochi mesi dalla consegna.
Oggi dall’Appennino marchigiano siamo a Bologna per questo:
per consegnare al CNS parte di quell’immondizia che loro stessi hanno destinato
ai terremotati in questi mesi. Con questo “regalo” vogliamo ribadire a chi
pensa di speculare sui terremotati in qualsiasi forma, sia essa politica o
economica, che non lo permetteremo. Gli abitanti dell’Appennino non lo
permetteranno!
Abbiamo sempre criticato la scelta di chiamare “cratere”
l’area interessata dal terremoto del 2016 nel centro Italia, ma più passano i
mesi e gli anni più questo nome inizia ad essere calzante. L’immobilismo dei
governi passati come di quello attuale sta trasformando le nostre zone interne
in un vero e proprio cratere, in una buca in cui non solo ci si dimentica dei
77.000 edifici inagibili ma in cui tutto viene inghiottito, soprattutto la vita
delle persone.
Ora basta, vogliamo un futuro degno di essere vissuto e
niente e nessuno potrà negarci questo diritto.
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