Approfittando dell’incontro organizzato dalla rete Terre in Moto – Marche tenutosi ad Amandola il 9
marzo all’Osteria del Lago di San Ruffino, insieme ad alcuni amici, abbiamo fatto un giro della zona
guidati da Davide, che vive e lavora qui. Tutto questo va a documentare e far vedere il reale stato delle
cose, sopratutto nelle piccole frazioni, borghi e aziende agricole, che non hanno purtroppo nessuna risonanza mediatica, dove le persone, per lo più anziane, ma anche giovani, vivono tutti i giorni. Ci
addentriamo in un territorio in cui convivono realtà in apparenza lontane fra loro, ma unite da un forte
legame di comunità tipico delle zone rurali e dell’entroterra.
La giornata è bellissima, con un sole che illumina il Lago di San Ruffino e le vette imbiancate dei Monti
Sibillini, un cielo terso e sgombro da nuvole. Sembra un dipinto o un’allucinazione, ma una bellezza così
raffinante e perfetta era da tempo che non la notavo. Subito dopo esserci conosciuti, Davide ci guida
verso la frazione di San Cristoforo, dove si notano i danni ingenti alle abitazioni. Ci guida una signora tra
le case diroccate e inagibili, dove qui vive e accudisce la sua mamma di 96 anni, dentro alla ex scuola di
campagna, ormai divenuta un centro di “ricovero” temporaneo. Spostandoci tra le macerie, la vista è
stupenda e si scorgono le vette dei Monti della Laga in Abruzzo. Scambiando qualche parola si ha
l’impressione di una tacita rassegnazione, che creare un senso di impotenza e sconforto per chi come
me, ascolta. Ma riusciamo comunque e nonostante tutto a strappare un sorriso, prima di salutarci,
promettendo che torneremo presto.
Ci dirigiamo verso l’Azienda Agricola Le Spiazzette (potete trovare e comprare nel sito tutti i loro
prodotti, in particolare confetture, mele sciroppate e composte) situata ai confini del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini, composta di 70 ettari di cui quasi metà tra boschi e calanchi. Il nome “Le Spiazzette”,
deriva dalla leggenda che narra la discesa delle fate Sibille. La mela rosa rappresenta un prodotto sano,
naturale, controllato, vero e genuino, realizzato in un ambiente incontaminato, a stretto contatto con la
natura che lo protegge e lo rende ancora più buono: questi sono i prodotti le Spiazzette. E aggiungo,
dopo avere assaggiato queste mele rosa, risultano veramente squisite. Subito ci si fa incontro Sabina e
la figlia Martina, che ci spiegano come è la situazione a distanza di 7 mesi, ci illustrano la loro azienda e il
futuro per il momento molto incerto, viste le problematiche e le inefficienze burocratiche da parte delle
istituzioni preposte a tale compito. Mi colpisce fin da subito la forza e la tenacia di questa famiglia solida
e al tempo stesso accogliente, come molte realtà che sto incontrando in questi mesi. Sto per partire, ma
non mi sento addosso la tristezza che mi aspettavo, considerata la situazione. Sento piuttosto l’influenza
positiva del vigore di questa bella realtà familiare, dell’entusiasmo della giovane Martina, pur avendo
perso quasi tutto, sono ancora capaci di sognare e reagire.
Lasciandoci alle spalle i bellissimi frutteti della mela rosa, andiamo verso la Fattoria biologica della famiglia Corradini di Amandola: “Siamo un’azienda agricola biologica a conduzione familiare, nel 1989 ci siamo trasferiti nella campagna di Amandola, luogo di nascita di Vittorio, dalla provincia di Milano. Il sogno, era quello di una vita più sana, che potesse anche salvaguardare l’ambiente intorno a noi. Da qui, e dalla passione per l’agricoltura, la scelta di creare una fattoria biologica. Nella fattoria ci sono mucche, vitelli e maiali; tutto quello che coltiviamo nei campi è biologico (certificazione IMC) e lo usiamo per l’alimentazione degli animali.”
Già questo dovrebbe farvi capire tutto o in parte, perché appena ci conosciamo entriamo subito in
confidenza con Vittorio, il padre di una bella famiglia che ha scelto di vivere e lavorare nelle Marche,
trasferendosi da Milano ad Amandola nel 1989. Subito mi illustra i danni alla propria abitazione, al
proprio laboratorio e punto vendita, inagibile per colpa degli eventi sismici iniziati il 24 agosto. La cosa
che mi ha colpito, parlando con la figlia Alice, anche in questo caso, è la voglia e diritto di avere
informazioni chiare e tempestive, poter capire veramente qualcosa all’interno della
districata, farraginosa, lenta e a tratti imbarazzante macchina burocratica. Perché questo ne vale il loro
futuro. Per capire meglio cosa è successo da quel fatidico giorno di agosto e la gestione dell’emergenza
successiva, vi lascio il link dove potete leggere la lettera, scritta dalla stessa Alice, indirizzata al
Presidente della Regione Marche Ceriscioli, rimasta a tutt’oggi senza una risposta.
A pranzo ci fermiamo a mangiare presso la Comunità San Cristoforo ad Amandola, dove ci viene offerto
un piatto di pasta, carne e insalata. La persona che mi rimane impressa è il fondatore di questa
bellissima e accogliente struttura, Achille Ascari originario della Val di Non, anche lui innamorato da 40
anni, dalle bellezze delle Marche. Mi colpiscono la sua dialettica e il suo modo di parlare mai banale,
migliore di gran lunga rispetto ad alcuni professori universitari incontrati in questi anni. Ci illustra tutte
le attività che si svolgono all’interno della comunità, la struttura (non ha subito nessun danno, per via
dell’attenta messa in sicurezza all’epoca della costruzione, usando criteri antisismici moderni e
professionali), ci presenta i ragazzi accolti e ci da alcune notizie storiche e nozioni biologiche delle
piante, animali e i borghi circostanti. Sembra un’isola felice, immersa in un contesto unico e ancora del
tutto incontaminato, privo di qualsiasi distrazione. Grazie ad Achille Ascari e agli operatori che vi
lavorano ogni giorno, questa Comunità può concretamente aiutare persone in difficoltà, che si trovino
in uno stato di disagio dovuto all’abuso di alcool o di tossicodipendenza, riacquistando attraverso gli
animali, la Natura e i suoi prodotti, il contatto con se stessi e con la vita.
L’ultima tappa è al Centro Ippico San Lorenzo, vicino ad Amandola. Ci viene incontro Alberto Teso e ci fa
vedere i danni causati dal terremoto e dalla nevicata di gennaio, mostrandoci i magnifici cavalli ben
tenuti ed accuditi, all’interno della scuderia, mentre da ad ognuno la razione di fieno per la notte. Dopo
aver preso una birra al pub “La Fojetta” di Amandola e cenato insieme a Davide e gli amici all’Osteria del
Lago, ci prepariamo ad ascoltare l’incontro pubblico organizzato da Terre in moto, che a breve avrà
inizio.
Per capire che cosa è la rete Terre in Moto, riporto un’ottima ed emozionante riflessione, scritta
da Leonardo Animali, dal titolo Yes we can.