STORIE DI BORGHI - Collettiva fotografica di Terre in Moto Marche

Michele Massetani

Fin dalle prime scosse di agosto tutti noi abbiamo sentito l'esigenza di documentare anche fotograficamente quello che stava accadendo al nostro territorio e alle nostre vite. Il lavoro individuale di alcuni fotografi della rete ha dato origine alla mostra fotografica collettiva Storie di borghi.

Questo progetto, grazie al lavoro meraviglioso che la giornalista Loredana Lipperini sta facendo con il suo blog, vuole costruire una memoria fotografica condivisa che ci accompagni verso la rinascita dei nostri amati paesi montani.

Giulia Falistocco

Ecco la scheda di presentazione della mostra.

Il territorio marchigiano è un territorio plurale, ricchissimo di storie e di narrazioni. Anche il terremoto che ha colpito la nostra regione non fa eccezione. Per questo abbiamo deciso di intraprendere un racconto fotografico che tenti in qualche modo di narrare questo evento che ha scosso profondamente la nostra terra affidandoci a diversi fotografi e seguendo come filo conduttore le Storie dai borghi della giornalista Loredana Lipperini. In questo modo vogliamo costruire una narrazione che inizi dalle scosse di agosto e di ottobre raccontando i problemi, le mancanze istituzionali, i piccoli drammi quotidiani, ma che non si fermi a questo e che ci narri anche la tenacia, la voglia di ricominciare, le storie di rinascita che sono nate e che nasceranno come reazione al terremoto.

Perché se è vero che qualcuno sta perseguendo più o meno consapevolmente la cosiddetta “strategia dell’abbandono”, è altrettanto vero che gli abitanti di questa terra bellissima sono così testardi che non cederanno allo sconforto e alla rassegnazione e torneranno un giorno a popolare i nostri piccoli borghi montani dai quali oggi sono dovuti fuggire.

E ci torneremo assolutamente in questi borghi, anche se naturalmente saranno trasformati e sfigurati dal terremoto, torneremo per assaporare i profumi delle stagioni, per conoscere le persone, per avere un contatto diretto con i produttori locali. Il Popolo dei Sibillini è composto da gente dedita al lavoro, silenziosa, disponibile ed estremamente gentile. La nostra terra è ricca di miti e leggende, saperi e tradizioni antiche che si tramandano di generazione in generazione. Fino a poco tempo fa regolavano la vita delle comunità le antiche "Comunanze Agrarie". Un principio fondamentale era: "Il godimento della comune proprietà è subordinato al lavoro proprio ed è in proporzione ai bisogni della famiglia". Difficile determinarne l'origine storica, che per molti secoli ha resistito al variare di domini ecclesiastici, ordinamenti politici e sociali, di costumi e dottrine diverse. Questo significa che queste popolazioni fin dalle epoche più antiche, fino alla fine al tardo '800, sono vissute amministrandosi senza un padrone, perché tutti erano proprietari, senza che né i romani prima, né lo Stato Pontificio poi, avessero potuto modificare la situazione.

In questa terra di Marca gli archetipi, come per magia, s’incrociano e si fondono. Forse è proprio merito dei nostri monti di Mezzo d’Appennino, sotto i quali, evidentemente, si nascondono dei draghi irrequieti. E così accanto alle fate della Sibilla, sopra ai draghi, in Umbria, in Abruzzo, nelle Marche, la gente attaccata all’Appennino assomiglia tanto al popolo degli Hobbit, creati dal Professore J.R.R. Tolkien. Siamo tranquilli, ci piace la campagna ordinata, mangiare, bere, fumare e ballare. Non vorremmo affrontare l’avventura e il vasto mondo. Ma se qualcuno, o qualcosa, disturba la nostra quiete e ci vuol allontanare dalle nostre montagne, siamo pronti a metterci in gioco.

Foto di Giulia FalistoccoMarco Gentili e Michele MassetaniCuratore Francesco Spè.


Marco Gentili

Coprights @ 2016, Blogger Templates Designed By Templateism | Distributed By Gooyaabi Templates